Editoria, negli ultimi 5 anni l’occupazione giornalistica nei principali 8 gruppi editoriali italiani è calata del 12%  

 

Negli ultimi cinque anni l’occupazione nei principali otto gruppi editoriali italiani è calata del 26,6%, con la forza lavoro giornalistica che si è ridotta del 12,2% nei 5 anni e del 5,2% nel solo confronto tra il 2014 e il 2013. È quanto emerge dal “Focus R&S” sull’editoria del centro studi di Mediobanca presentato a Milano.

 

Nel periodo considerato, il giro d’affari dei maggiori otto gruppi editoriali italiani è sceso da 5,9 miliardi a 4. Cala il peso della pubblicità, mentre cresce quello della diffusione, con l’indice della redditività in miglioramento rispetto al recente passato.

I gruppi esaminati sono Mondadori, Rcs, L’Espresso, il Sole 24 Ore, Monrif, Caltagirone, La Stampa (oggi Itedi) e Class, che rappresentano il 70% dei ricavi complessivi del settore editoriale italiano, con i rispettivi quotidiani che valgono il 60% della diffusione cartacea nazionale e oltre l’80% di quella digitale.

La leadership per la diffusione dei quotidiani, considerando anche i giornali locali, va al gruppo Espresso, mentre Mondadori è il primo operatore sia nell’editoria libraria, con il 38% del mercato, che nei periodici, con il 31% del mercato.

Lo studio evidenzia poi come il trend negativo (confermato anche nel primo semestre 2015) appaia in rallentamento: complessivamente il fatturato aggregato degli otto gruppi si riduce del 4% rispetto a un anno fa portandosi a 1,8 miliardi, mentre solo il Sole 24 Ore vede una crescita del 3% dei ricavi. E oltre alle performance stabilmente positive dell’Espresso (22 milioni), passa in utile nei 6 mesi anche Caltagirone (1 milione).

 

Magra consolazione: il calo della diffusione dei quotidiani non è un fenomeno solo italiano, ma un problema europeo. Se in Italia la riduzione delle copie medie giornaliere diffuse è stata del 29,8%, in Spagna è stata del 37,5%, nel Regno Unito del 21,9%, in Germania del 14,6% e in Francia del 13%, mentre sul fronte dei ricavi da diffusione si registrano perdite pari al 5,5% per il Sun (Regno Unito), 4% per il Daily Mail (Regno Unito), 1% per Le Figaro (Francia).