“Nuove e più incisive misure di sostegno”, la richiesta della Fnsi a Governo e ministeri

La Giunta Esecutiva della Fnsi e la Consulta delle Associazioni regionali di stampa, a fronte delle misure prese dal governo per affrontare l’emergenza Covid-19, chiedono con forza all’esecutivo e ai ministeri competenti di prevedere nuove e più incisive misure di sostegno, intervenendo in maniera coerente e decisa sul settore dell’informazione. Se l’informazione, come riconosciuto dal governo, è un bene pubblico essenziale, vanno previsti interventi mirati per consentire la prosecuzione dell’attività e garantire il futuro degli organi di informazione e la salvaguardia dell’occupazione dei giornalisti e degli altri addetti.

Prevedere la definizione di uno strumento speciale per affrontare la situazione di crisi non può significare, automaticamente, che l’emergenza COVID-19 debba pesare sul percorso previdenziale dei singoli giornalisti. Le risorse per la contribuzione figurativa, anche in questo frangente, devono essere destinate all’ente previdenziale di categoria, l’INPGI. E non, inutilmente, all’INPS.

I giornalisti italiani dicono NO alla strategia di agevolazioni o sospensioni degli oneri contributivi alle aziende editoriali, se queste iniziative non saranno accompagnate dalle stesse misure di tutela e ristoro economico a sostegno dell’INPGI che il Governo sarà costretto ad attivare per l’INPS.

È apprezzabile che il Governo abbia voluto riconoscere il ruolo delle parti sociali definendo, con la circolare INPS n. 8 dell’8 aprile 2020, che gli ammortizzatori sociali speciali COVID-19 debbano essere autorizzati solo con accordo sindacale. Un impegno che va ribadito anche in altre iniziative da assumersi nelle singole aziende per gestire l’emergenza, come per esempio, l’utilizzo delle ferie, arretrate e correnti.

Il sindacato dei giornalisti non è disponibile ad assecondare gli editori e le loro organizzazioni datoriali in iniziative unitalerali, in forzature interpretative delle norme e nella rincorsa strumentale a ogni forma di sussidio pubblico per fare cassa.

L’eventuale accesso ad ammortizzatori speciali per la gestione dell’emergenza Covid-19 deve passare casomai attraverso la definizione di un protocollo definito fra ministeri competenti e sindacati dei giornalisti ed editori, che fissi criteri univoci per tutto il territorio nazionale e possa essere immediatamente recepito da Regioni e Province autonome.

In assenza di regole valide su tutto il territorio nazionale, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottoscriverà accordi di ammortizzatori speciali COVID-19 esclusivamente in presenza di garanzia diretta dell’azienda ad assumersi il rischio, retributivo e contributivo, del periodo di ammortizzazione richiesto. Soltanto così, infatti, si potranno garantire i giornalisti nel caso in cui la domanda, per qualsiasi motivo, venisse sospesa e/o non approvata. Per la stessa ragione, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottoscriverà accordi solo con la formula della rotazione fra tutti i giornalisti e non asseconderà la richiesta di CIG al 100 per 100 senza la contestuale sospensione totale di ogni attività.

Il sindacato dei giornalisti ritiene condivisibile la scelta del Governo di vietare la distribuzione dei dividendi alle aziende che hanno avuto accesso si prestiti garantiti dallo Stato fino a quando i prestiti stessi non saranno restituiti. QUESTA è la via maestra anche per il riconoscimento a qualsiasi titolo degli ammortizzatori sociali anche alle aziende editoriali: non potranno essere concessi alle aziende che hanno chiuso bilanci in utile, distribuiscono dividendi e pagano bonus ai manager.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene che agli ammortizzatori sociali COVID-19 NON possano essere riconosciuti alle agenzie di stampa nazionali, già titolari di convenzioni pubbliche per le quali percepiscono contributi.

Poiché l’attuale normativa prevede l’assegnazione di contributi figurativi alla gestione INPS anche per i giornalisti che accedono agli ammortizzatori COVID, la FNSI chiede al Governo di definire in via normativa l’assegnazione all’Istituto di previdenza dei giornalisti delle risorse per la contribuzione figurativa.

In ogni caso, l’auspicio della Federazione Nazionale della Stampa Italiana è che alla Cigs con causale Covid- 19 ABBIANO ACCESSO PRIORITARIAMENTE le piccole aziende editoriali, e non a quelle che appartengono a gruppi quotati in borsa. Anche alla luce della circolare del ministero del Lavoro dell’8 aprile scorso, la FNSI ritiene che l’applicazione di tale misura debba riguardare in via prioritaria quelle realtà che non sono coperte dalla legge 416 oppure quelle che, pur rientrando nel suo perimetro, hanno esaurito gli ammortizzatori sociali specifici per il settore, oltre a quelle con meno di 5 dipendenti.