Sanità: Assostampa, lo sfascio è colpa di chi la gestita. Non dei giornalisti

Lo sfascio della sanità molisana è colpa di chi l’ha gestita negli ultimi venti anni, non dei giornalisti che fanno il proprio dovere. Prima il Presidente della Regione, Francesco Roberti, ieri il Commissario ad acta, Marco Bonamico, hanno evidenziato che sul settore c’è “troppa pressione” dei media, che ne compromette l’immagine e non lo rende attrattivo.

Bonamico è andato anche oltre nelle offese, quando ha sostenuto che si parla tanto di sanità perché “non c’è molto da scrivere”. Praticamente un mondo alla rovescia, dove la politica e i manager negano le proprie responsabilità e accusano la stampa di denunciare sprechi, inefficienze, liste d’attesa infinite, 600 milioni di euro di debiti, fornitori pagati dopo mesi, mancanza di medici, gestioni disastrose come quelle del covid, pronto soccorso intasati, dirigenti incapaci e tasse ai massimi livelli per i cittadini. Ovvero, non si contesta la veridicità delle notizie, ma la loro divulgazione come elemento destabilizzante.

Politici e manager non chiedono scusa per i fallimenti di commissari, sub commissari, direttori generali e pletore di dirigenti che si sono succeduti al comando della sanità molisana, ma puntano l’indice su chi racconta i fatti.

La verità è che i medici italiani non vengono nella nostra regione perché sanno, dai loro stessi colleghi, quale situazione disastrosa troverebbero.
Il dovere deontologico di chi fa il nostro mestiere è, invece, quello di informare i cittadini sempre e comunque. Il patto tra lettori e giornalisti si basa su questo assunto che, ove mai venisse violato, intaccherebbe i valori su cui è incardinata la professione.

Per quanto riguarda, infine, la sanità molisana, chi ha il dovere di condurla verso l’efficienza e fuori dal deficit inizi a lavorare e dimostrare le proprie capacità. I giornalisti saranno ben felici di raccontare anche le buone notizie.